Nel maggio scorso si è giocata la Mitropa cup 2021 – torneo scacchistico che ospita le squadre di 10 paesi europei – quest’anno in modalità ibrida a causa della pandemia. Grazie a una collaborazione tra la Federazione scacchistica italiana e l’organizzazione di eSports QLASH, la squadra italiana è stata ospitata nel grande quartier generale (più di due mila metri quadri di spazi e tecnologie di ultima generazione) a Villorba di Treviso. Ed è andata benissimo, perché l’Italia ha vinto il prestigioso torneo.

Abbiamo incontrato il CEO di QLASH, Luca Pagano, a Forni di Sopra (Udine) in occasione del 12° Open Internazionale delle Dolomiti, organizzato da FVG Promozione Scacchi in collaborazione con Unichess di Roberto Mogranzini. Classe 1978, di Treviso, Pagano nasce come giocatore di poker: ha fondato assieme al padre Claudio la Federazione Italiana Gioco Poker e ha condotto il reality e talent show “La casa degli Assi” (format originale di PokerStars.it) tramesso in prima visione su Italia 2 e, dato il successo di pubblico, anche su Italia1. Nel 2017, assieme al giocatore professionista Eugene Katchalov, entra nel mondo dei giochi elettronici competitivi con la creazione di un team di professionisti internazionali di nome QLASH, una media company che costruisce e supporta a livello globale e locale comunità di Gaming ed eSports.

Con il gioco degli scacchi online, che ha avuto un incremento enorme durante la pandemia, gli scacchi si sono avvicinati molto al mondo dei videogame. Come pensate di proseguire e rafforzare, anche con Roberto Mogranzini, questa sinergia?

“Il sodalizio con la Federazione Scacchista Italiana – afferma Pagano – è stato vincente e rappresenta solo l’inizio di una proficua collaborazione che stiamo costruendo. Il presidente Luigi Maggi sta guardando al futuro, a quella che sarà la seconda giovinezza degli scacchi”.

Pensi quindi che la riflessione che caratterizza il gioco degli scacchi, almeno nei tempi standard, non sia in contrapposizione con la velocità e la prontezza di riflessi necessaria nei videogame?

“No, perché esistono eSports che richiedono riflessi, ma altri, come Teamfight Tactics (TFT), che necessitano di un mind set di estrema concentrazione e studio di strategia. E gli scacchi possono avere il naturale sbocco dimensione”.

Credi che con lo sviluppo di tale collaborazione si possano avvicinare sempre più giovani al gioco degli scacchi, inteso come eSport?

“Certamente, questo secondo me è il futuro e il rilancio di tale sport. Abbiamo anche sviluppato un progetto rivolto alle scuole, QLASH Lab, dove parliamo direttamente ai giovani evidenziando le potenzialità anche lavorative che il mondo degli eSport offre, e potremmo agganciarci anche alla capacità tattiche e strategiche che gli scacchi sviluppano, aiutando il problem solving.”

Ho letto che la tua passione per il poker è iniziata sui tavoli da gioco al casinò di Nova Gorica. Ogni anno in febbraio al casinò Perla viene organizzato un torneo internazionale di scacchi molto forte. Pensi magari di poterlo affiancare con un torneo parallelo di scacchi online?

“Ci penseremo. Intanto stiamo già lavorando all’organizzazione di grandi tornei scacchistici in rete”.